E' morta Adriana Innocenti, grande attrice, classe 1926, romagnola di nascita e di carattere. Ha recitato fino a pochi mesi fa, conquistando il pubblico con l'immensa interpretazione di "Troiane 2015", un grido di denuncia radicale della guerra.
"Adesso so che la tua arte va oltre la grandezza e si pone su quella soglia, per me rarissima, in cui l'interprete confina con la Testimone. Ho conosciuto qualche grande attrice (poche per la verità); ma nessuna che sapesse essere tanto più umile quanto più grande si faceva sulla scena, come invece tu sei stata, di giorno in giorno, e sei. Di tutto questo ti ringrazio con tutto il mio cuore; è così difficile avere accanto e insieme a sé esempi veri, teneri e potenti di vita! E adesso all'Erodiade!”
Così Giovanni Testori scrisse ad Adriana Innocenti, magnifica protagonista della sua Erodiade, per lei riscritta nel 1984.
Una carriera straordinaria intessuta di radio, cinema e televisione ma con al primo posto sempre il teatro, al quale si è dedicata per 70 anni, fino alla fine.
Diplomata alla scuola Rasi di Firenze e all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, Adriana Innocenti entra nella compagnia di Annibale Ninchi, dove debutta nel 1947.
Per il Teatro Stabile di Torino ha recitato ne L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello, regia di Ernesto Cortese; nell’Anconitana e nei Dialoghi del Ruzante, entrambi diretti da Gianfranco De Bosio (1965); ne La locandiera, di Goldoni, ne La bisbetica domata e in Come vi piace, di Shakespeare.
Dopo l’esperienza allo Stabile torinese, entra a far parte della Compagnia dei Quattro, diretta da Franco Enriquez. Per l’Istituto nazionale del dramma antico affronta l’Ippolito e Le Fenicie, di Euripide, l’Elettra, di Sofocle, l’Anfitrione, di Plauto. Al Piccolo di Milano è diretta da Giorgio Strehler in Casa di bambola, di Ibsen, e in Assassinio nella cattedrale, di Eliot, e dal 1972 al 1975, è Madame Peatchum ne L’opera da tre soldi, di Brecht.
Tra le operette interpretate: La Principessa della Czardas, con Elio Pandolfi, La Contessa Mariza, con Leopoldo Mastelloni e Il Paese dei Campanelli con Aurora Banfi e Sandro Massimini.
E´stata insignita di numerosi premi tra i quali il Premio San Genesio per l'interpretazione teatrale de La Venexiana, il premio della critica internazionale a Montevideo.
Insieme a Piero Nuti e Maurizio Scaparro è tra i fondatori del Teatro Popolare di Roma nel 1975.
Dal 1997 si trasferisce a Torino e guida, insieme a Piero Nuti e in sinergia con Germana Erba, la confluenza del Teatro Popolare di Roma nel Teatro Stabile Privato Torino Spettacoli, per il quale è attrice, regista, docente e ricercatrice.
Insieme a Nuti, compagno sulla scena e nella vita, ha interpretato memorabili allestimenti: Un matrimonio ridicolo, di Feydeau, Le Troiane, di Euripide, Arsenico e vecchi merletti, di Kesselring, Agatha, signora degli enigmi, di Enrico Groppali, La regina e il suo pirata e La moglie di Socrate e il marito di Santippe, di Luigi Lunari, e, per 17 anni, Trappola per topi, di Agatha Christie, facendone un vero e proprio "caso teatrale", non solo a Londra, ma anche a Torino.
Al cinema é stata diretta fra gli altri da Pupi Avati, Ettore Scola, Pasquale Festa Campanile e Mario Monicelli.
Nel 2008 esce l’antologia dei suoi ricordi A piedi nudi nel teatro.
Nel 2013 viene nominata Cavaliere al Merito della Repubblica.
La sua foce, ferma e potente, sembra continuare a riecheggiare sui palcoscenici dei teatri Erba, Alfieri e Gioiello, dove il pubblico e gli addetti ai lavori accoglievano con scroscianti applausi la sua pungente simpatia, sia nelle serate di spettacolo, sia in quelle più conviviali alle quali lei interveniva come parte integrante della "grande scatola dei sogni di Torino Spettacoli", che ora ha perso una delle sue principali protagoniste.